domenica 18 dicembre 2011

martedì 6 dicembre 2011

martedì 8 novembre 2011

OSPITE GRADITO. Ilde pittrice


Ilde Pistoia finalmente si decide a lasciarmi postare sul blog un suo lavoro.
Acrilico su legno, il dipinto è l'incipit di una serie che vorrei vedere 
esposta in una mostra personale o collettiva, ( magari con me ), al più presto.
Trovo questo suo autoritratto molto bello, magnetico e potente.

Ilde al lavoro

Autoritratto

domenica 6 novembre 2011

TESTIERA IN LEGNO DIPINTO.


Questa testiera per letto a due piazze è dipinta con colori acrilici su legno di abete spazzolato, 
e mostra effigiati i committenti sopra uno sfondo vago, quasi un paesaggio immaginario 
con simboli augurali. Ho giocato sulla scelta delle tonalità per i chiaroscuri 
e sull'uso di una tavolozza volutamente chiassosa, "hawaiiana", priva del nero e del bianco.
La superficie spazzolata del legno, con le venature più tenere scavate mi ha permesso di usarla come 
texture naturale. ( La coppia di amici ritratti ha dimostrato grande pazienza e comprensione nell'aspettare mooolto tempo il lavoro finito ).

testiera

particolare

domenica 23 ottobre 2011

HICKORY WIND.


Ancora una ricaduta nella sindrome da One Man Band, per questo video che vuole essere un umile omaggio al grande Gram Parsons, autore di questa canzone.
One Man Band perché  video e interpretazione sono entrambi farina del mio sacco; 
farina integrale, con pezzi di scorza e molte impurità ma a ragion di questo anche più saporita.



domenica 16 ottobre 2011

INTARSIO. Banco da mescita


Questo è un lavoro di Andrea, un mio amico che sta costruendo il banco da mescita di una cantina.
 L'intarsio del piano superiore è realizzato con bei legni di varie essenze ed è tratto da un mio disegno.


disegno preparatorio 1

disegno preparatorio 2
Ripiano intarsiato


banco in lavorazione

martedì 4 ottobre 2011

giovedì 1 settembre 2011

TWIN GAMES.


Raddoppio di suoni e figure. 
Test di clonazione del chitarrista, con l'ausilio del pedalino Boss Loop Station RC-2. Il video parte dal secondo loop, nel senso che le note diverse da quelle che si vedono tastare sulle chitarre erano già state registrate precedentemente nel pedale dalla chitarra baritono, quindi lasciate ripartire. 
Il sound è scadente perché salvato solo sulla videocam...
Chitarre fatte da me. La firebird ha il corpo in acero primierotto con il top in larice, manico incollato in acero, ristrutturato da un originale made in china. Due humbucker DiMarzio.
La jazzmaster (con set up stratocaster ) ha il corpo in mogano, manico avvitato, anche questo completamente rimaneggiato, sezione e forma, da un economicissimo made in china. 
Due single coil Peavey e uno DiMarzio al ponte.
Sono molto soddisfatto delle prestazioni delle due elettriche, considerando la spesa irrisoria affrontata per la loro realizzazione, (tempo dedicato a parte).
BLUES AGAINST THE EMPIRE.


baritone guitar, firebird non reverse style

electric guitar, jazzmaster style


venerdì 19 agosto 2011

WELCOME TO PARADISE.


Vigilia di ferragosto, bella camminata in montagna. Ho testato la steadycam che mi sono costruito, e devo dire che il marchingegno ha fatto il suo dovere considerando il terreno impervio e scosceso del percorso.
Ovviamente è migliorabile, ma il progetto è buono. La scenografia naturale delle Pale di San Martino è impressionante, e la giornata a tratti nuvolosa forniva spunti affascinanti da riprendere. A seguire piccolo reportage video.






martedì 9 agosto 2011

CARELESS LOVE.

Conosco questo blues da 45 anni. La prima volta lo sentii su un nastro registrato da mia madre, che seguiva una trasmissione radiofonica di musica folk americana. Era una versione di Josh White. Restavo incantato davanti al registratore Geloso ad ascoltare quelle musiche così diverse, credevo provenissero da un altro pianeta.
Qui lo suono con una chitarra baritono fretless autocostruita.


domenica 7 agosto 2011

DICHTERLIEBE. Amore di poeta


I ritratti a penna dei due protagonisti di un bel concerto con musiche di Schumann e Schubert tenutosi a Mezzano TN, la sera del 13 luglio 2011, nell'ambito delle manifestazioni intitolate 
Gotthard Bonell, pittore e incisore, qui in veste di baritono, 
e Antonio Ballista, pianista e direttore d'orchestra.
Ho usato le immagini per la copertina di un dvd casalingo sulla performance.



Gotthard Bonell

Antonio Ballista

sabato 30 luglio 2011

LINO. W SP FF JT I H LP AD 2011


W SP FF JT I H LP AD 2011




Ritratto commemorativo dipinto con colori acrilici su supporto in polistirene-cemento, 
da applicare in una nicchia su muro esterno. L'effetto è eccezionalmente simile ad un affresco.

GIOVANNI MENEGUZ. Ritratto

Immagine per la copertina del volume di poesie dialettali, 
" Roba poc seria con mili asenàde", di prossima pubblicazione.

lunedì 25 luglio 2011

SAD BLUE SONG.


Leoni stanchi del giorno dopo. Terapia sonora. Sindrome costa crociere.
Bellissima chitarra Yairi quasi mia. Very low tuning.


domenica 12 giugno 2011

EL DI' EL MOR. The Dying Day


Do tosati che duga,
'na pita. En gat
che drom
sul piol de legn,
spetando usei
co' n'ocio vèrt.

'Na caserota nessa
co 'l quert stort
'na finestrela
co 'l viero rot.
En prà che lus
che par pì vèrt.

El sol fioris,
la sera vien.
Che bel, che star!
El dì el mor,
en poch con mì.
I tosat i tas.

Giovanni Meneguz, agosto 1972


illustrazione per una poesia in dialetto primierotto

lunedì 11 aprile 2011

DORA. Una donna leggera


Libero racconto su Dora, statua uscita dalle mani di Jimi Trotter
di Laura D’Aurizio
L’artista riceve su commissione un ingaggio a progettare e costruire una statua di donna. Coglie in realtà l’opportunità di una sfida ad impegnare i suoi talenti su vari ordini di registro, l’ideazione e la manualità, da sempre in potenza sono volte all’atto, coniugate insieme e finalizzate al compito. Si attivano nel contempo coinvolgimenti dei piani interiori, la mente  e l’emozionalità. È una statua di donna. Donna scatena una serie di giochi proiettivi di identificazioni emotive con l’idea di femminile che la donna incarna nell’immaginario di un uomo. E sono fascinazioni e sono timori e su tutto c’è la presa a tentare un’avventura cifrata e di decodifica.
La donna ideale? O l’ideale di donna? Tutto si frammischia e si sovrappone, l’illusione, il registro del desiderio, l’immaginale, e un reale ben preciso contorno di realtà appioppato all’idea. Ci vuole del tempo, il progetto si configura di dimensioni sovranormali e pure l’idea, il noumeno sarà di una donna fuor dell’ordinario, al di là di misure fisiche ordinarie, ecco prender corpo la dimensione dello straordinario che dall’ordinario agogna distanziarsi, appunto il discrimine è il sorprendente, quello che la mente vuole. Sarà giocoforza rifarsi all’archetipo, farsi sedurre dalla potenza archetipica del femminile onnipotente, di statura e di poteri.
E sarà Dora il nome della gigantessa, in onore ad una delle prime donne analizzate dal grande archeologo e scopritore di inconscio che di donne ha fatto i suoi primi casi clinici e che infine, in fundo, anche lui piegato al mistero della donna, ripiegherà su una locuzione misteriosa e dai rimandi potenti evocativi,  parlerà di continente dark. Il nero. Il melanos, il segno della profonda tristezza che nel femminile alberga, il segno dell’intima costitutiva protesta disperante della perdita della mancanza della non titolazione ad esistere di sua propria sponte e il temibile vulnus, la ferita emorragica mai sanabile della dipendenza e del bisogno. L’altro è fondamentale per ogni essere umano, ma diciamo della donna, l’altro è fonte d’amore la riserva di affetto il motivo di esistere. E Dora la nostra protagonista, anche Dora è così? Anche lei afflitta dal trauma della nascita e dell’eterna mancanza? Oh sì anche lei in quanto donna!
Ma in Dora, pure altro alberga! La melanconia si può far da parte e lasciare il posto a dimensioni di retaggi di potenza, di matriarcato dei primordi, di terribilità onnipotente, di ebbrezza da baccanale, di sfizio e di vizio di dea, di furia di erinni, di strategia sovrannaturale.
L’artista dedica molto tempo alla sua creatura, dovrà dedicarle tempo e attenzione. La statua vuole, per esistere, statua che sia, un sacrificio. Ore di dedizione. L’artista ci lavora, di sera di notte, la cornice è perfetta. Nero tabarro che avvolge sentimenti e finitezza di umani sconfitti ed abbacinati. Nel buio avvalersi d’un lampo di luce.
L’artista che pensa della sua creatura? Ne vien sedotto e la seduce, la circuisce, le ammannisce acquiescenza, interagisce col suo corpo morto al fine di darle vita, la usa, la piega, la doma al suo estro, la manipola e l’accarezza, la crea, l’assembla, l’incolla, la spalma di resina, la struscia, la liscia, la lima, la tocca, continuamente in  suo potere, la plasma al suo volere, la modella e la forma come il suo progetto impone.
L’artista la guarda, la spia, l’osserva, la misura. Come Dora, nella sua docilità sta diventando Dora.
L’artista può essere soddisfatto. Dora infine è.
Dora ci sta. Da subito dal primo istante, dalla sua embrionalità di feto dentro un computer.
Dora è creta, duttile docile ricettiva passiva. Come donna sa che ci deve stare, l’ha imparato presto, è così che si fa, è così che si diventa donna. Donna per un Uomo.
Dora è una statua. Eppure Dora, stanata dall’archetipo, prende vita e si sgancia dal reale. Ha dalla sua una faretra di frecce.
Come Diana/Artemide. Ogni freccia è un rimando alla Sapienza alle virtù innate alle arti magiche. Dora è finta ma in Dora si annida deità. È il simbolo che lei incarna a farne una statua che racconta di altro. E sono fantasie ed ogni sorta di potenza che le possiamo appioppare. E sono possibilità di essere femmina e mito, rispecchiamento dell’una  e dell’altro. Dora bellissima femmina uscita da mani di uomo – che può benappagarsi in rivalsa alla favola della costola d’Adamo, acquista vita propria.
Dora con quel suo bel visino alla Rosa Fumetto, inarrivabile imprendibile pur se la porti in Ferrari, Dora è donna dai mille segni. Potente polisemica la sa lunga, suscita pensieri, muove attrazione, magnetizza attrattiva, suda fascino ed il racconto, a partire da lei può snodarsi come filo da gomitolo, che si addipana e poi si spana. Un filo che ogni donna può acchiappare al volo, lazo che vola per aria e laccio che si rintana nel cuore.
Dora in alto piazzata, come insegna, come leit motiv, sarà monito, icona, sogno e segno perennemente in corso.
Dora che sa del continente nero, produce miracolosamente approdi nel meraviglioso. E tanto può bastare. Dora è Doròn.
Firenze, 13 aprile 2011
"il video documenta l'ideazione e la costruzione di una statua femminile in polistirene, ricoperta di resina sintetica, e dipinta con vernice nitro e colori acrilici.
A partire da un'idea di Henry Zilio, il concept, la progettazione e la realizzazione del manufatto è opera di Jimi Trotter, coadiuvato nella fase artigianale dall'amico Genio Bernardin.

Il filmato è nato per scherzo, mettendo insieme le clip ( riprese con una piccola fotocamera olympus ) fatte durante la lavorazione, le immagini fisse
( reflex digitale Pentax isD s ) , i disegni e le animazioni digitali di jimi.

i testi degli haiku in sovrimpressione sono di Laura D'aurizio.

Colonna sonora:

MINIERA di bixio-cherubini
COBRA di john cipollina
AKA SOMEDA di j. trotter
tutte arrangiate ed eseguite da jimi trotter.
buona visione,
aprile 2011."





mercoledì 6 aprile 2011

MAGIC FOREST. A due passi da casa


Nella luce raccolta del sottobosco, una passeggiata domenicale trasforma 
la piatta routine quotidiana in un momento di grazia.
Girato con mezzi di fortuna,
 (una piccola fotocamera digitale abilitata anche a video di qualità gitaresca), 
il video è anche un piccolo omaggio all'innata empatia tra mia moglie Zita e la natura.

lunedì 4 aprile 2011

LITANIE PER FALCONE. Installazione


presentazione dell'installazione "23 maggio 1992", messa in scena nelle cantine di Palazzo Someda a Fiera di Primiero, TN, nell'estate del 2002, dieci anni dopo la strage di Capaci.

La colonna sonora è una rivisitazione della partitura " Litanie Musicali a tre voci per il Maggio " 
scritta da Giorgio Zanon, mio nonno materno.

Musicanti:

jimi trotter chitarra
cristiano trotter, pianoforte
paolo secco, contabbasso
gianco bettega, mandolino
narci simion, banjo




PER VEDERE IL VIDEO IN HD CLICCARE SULL'ICONA YOU TUBE





venerdì 1 aprile 2011

COLORE VIVO. Pitture in libertà

una manciata di quadri dai colori poco tenui. tutti acrilici su tela


dirty snow in the garden, particolare

dirty snow in the garden

fucked night

lipstick sunset

lipstick sunset, particolare

il riccio e la luna

dirty snow in the garden, particolare

LEGNA DA NON ARDERE.Una catasta decorativa


Per un agile ed economico restyling stagionale del piano terra dell'Hotel Savoia a San Martino di Castrozza, qualche anno fa,  Jimi Genio e Gianco, noto trio locale, 
hanno eretto queste cataste decorative di legna tagliata a ciocchi.
Prendendo spunto dal nome del rinomato ristorante dell'hotel, DREI TANNEN, hanno intarsiato il muro con i tre alberi stilizzati e onde ventose.
Lavoro molto apprezzato da turisti e indigeni.